giovedì 29 marzo 2018

La giornata delle Foibe


Il giorno 8  Febbraio è 
 LA GIORNATA NAZIONALE DELLE FOIBE[1].

Proprio in occasione di quella giornata, le classi 3^ G e 3^ B della nostra scuola, accompagnate dalle insegnanti F. Bellina, G. Russello, F. Sanfilippo e dalla Dirigente della scuola V. Filippone, sono andate alla Prefettura di Palermo insieme ad altre scuole per presentare una piccola esibizione in ricordo delle vittime delle Foibe.

 
Foto di gruppo nel giardino di Villa Pajno in Via Libertà a Palermo.


Le classi in rappresentanza della nostra scuola hanno cantato il brano Imagine di John Lennon tradotto solo in parte in italiano.


Un momento dell'esibizione degli alunni delle classi 3^ B e 3^ G.


Foto di gruppo con il prefetto di Palermo, Antonella De Miro.

In Prefettura erano presenti anche alcuni familiari delle vittime, a cui è stata consegnata una 
medaglia e una pergamena.

A questo evento hanno partecipato alcuni rappresentanti delle Forze dell’Ordine (Carabinieri, Polizia e Guardia di Finanza) e alcuni familiari delle vittime.

di Simone Scafidi (3^ G)


[1] “Con il termine foiba, che deriva dal latino fovea, vengono chiamati gli inghiottitoi naturali tipici delle aree carsiche; tali abissi si prestano assai bene a far scomparire in maniera rapida oggetti di dimensioni anche notevoli. In tal senso nella Venezia Giulia (ex province di Trieste, Gorizia, Pola e Fiume) le f. vennero largamente utilizzate durante la Seconda guerra mondiale e nel dopoguerra, per liberarsi dei corpi di coloro che erano caduti a causa degli scontri tra nazifascisti e partigiani, e soprattutto per occultare le vittime delle ondate di violenza di massa scatenate a due riprese - dapprima nell'autunno del 1943 e successivamente nella primavera del 1945 - da parte del movimento di liberazione sloveno e croato e delle strutture del nuovo Stato iugoslavo creato da Tito. Furono principalmente i cadaveri di vittime delle fucilazioni a essere gettati nelle f. e in altre cavità artificiali, quali, per fare un esempio, le cave di bauxite dell'Istria oppure il pozzo della miniera di Basovizza, ma in alcuni casi nell'abisso furono precipitate anche persone ancora in vita. Talvolta infatti i condannati venivano fatti allineare sull'orlo della f. e legati fra loro con filo di ferro; successivamente coloro che venivano colpiti dalla scarica trascinavano giù, insieme a loro, gli altri…” (tratto da www.Treccani.it)

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