di Salvatore Abbate, Oscar Maniglia e Martina Corsale (3^ L).
Qualche giorno fa abbiamo
fatto un incontro con la Polizia Municipale, che si è svolto in due giornate: durante
la prima giornata due incaricati della Polizia ci hanno fatto vedere come ci si
comporta in strada e il giorno seguente ci hanno informato sul tema dell’infortunistica
stradale. L’incontro si è tenuto nell’Auditorium della scuola con tutte le classi
terze.
Dopo essersi presentati, i
due incaricati hanno cominciato l’incontro mostrandoci le varie tipologie di
caschi omologati e non e ci hanno fatto vedere alcuni video sull’argomento; uno
in particolare ha fatto emozionare tutti e ci ha toccato nel cuore facendoci
riflettere sull’importanza della vita: il video raccontava della lettera
scritta da un’agente della polizia stradale accorsa a seguito di un incidente
stradale in cui era rimasto coinvolto un ragazzo che stava ritornando a casa
dopo una serata passata in discoteca. La lettera riporta le parole che quel
ragazzo, riverso sull’asfalto e in punto di morte, ha pronunciato come se
stesse rivolgendosi alla madre e che sono state contestualmente raccolte
dall’agente di Polizia accorsa in aiuto.
I due incaricati ci hanno anche
raccontato come ci si deve comportare in caso di incidente e quanto spesso a Palermo
la Polizia venga chiamata “sbirri”. Ci hanno raccontato una storia molto
divertente che hanno vissuto in prima persona: una mattina, dopo aver fermato
una signora che stava parlando al telefono ed era anche passata con il semaforo
rosso alla guida della sua auto si accorsero che la stessa aveva lanciato il
telefono sul sedile del passeggero senza chiudere la chiamata; una volta
fermata, la signora aveva cominciato a gridare, prendendo per pazzi gli agenti
della Polizia Municipale e negando fermamente di avere avuto il cellulare acceso
durante la guida finchè gli agenti non udirono una voce provenire da quel
telefono giacente sul sedile del passeggero… a quel punto la signora, non
potendosi altrimenti giustificare, concluse con questa frase assurda, ma molto
spiritosa “al giorno d’oggi i telefoni
parlano da soli!”.
Durante la seconda giornata chi
hanno spiegato cosa fare in caso di incidenti e ci hanno raccomandato di stare
molto attenti quando si è da soli in un pub perché c’è gente che somministra la
“droga dello stupro”: una sostanza incolore e inodore che viene diluita in
altra bevanda all’insaputa del/la malcapitato/a e che, una volta ingerita, fa
perdere la cognizione di tutto ciò che si sta facendo o dicendo.
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